Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: Pronome personale. Lo stesso che Egli, di cui è aferesi; detto di persone, e altresì di animali e di cose, anche pleonasticamente; usasi più spesso in principio di discorso o frase, e seguito da verbo cominciante per vocale. –
Esempio: Senec. Pist. 15: Ma di vero 'l savio non sarà giammai sanza amico, perchè gli ha potere di farne un altro incontanente.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 513: Gli ricordassi la buona fama gli acquistava dal popolo per l'opere buone faceva.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 2: Gli è (Amore) come una gran selva, ove la via Conviene a forza, a chi vi va, fallire.
Esempio: Bern. Orl. 5, 49: Gli è ben fornito, ed ha la sella nuova.
Esempio: Cellin. Vit. 213: Gli aveva detto tanto male dell'opere di Raffaello da Urbino, che i discepoli suoi lo volevano ammazzare a ogni modo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 242: Presi pratica Fra gli altri, anzi amicizia certo intrinseca, Con maestro Gherardo della Secchia Da Cofanara, uomo molto pratico Ne l'arte nostra; e perchè gli avea moglie Vecchia, ero in casa sua, ed egli il simile In casa mia.
Esempio: Fag. Comm. 5, 34: O gli è una donna o gli è un musico. F. Sorella amantissima, anche in me nacque, subito che lo vidi, tal dubbio.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 18: Oh gli è caro! (il libro) oh! quanti fogli sono?
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 281: E noi diremo a lui: quanto gli è bestia!
Definiz: § I. E in modo volgare talvolta è riferito a femmina, in vece di Ella. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 281: Ei lo prese per tratto di modestia, Sicchè disse fra sè: quanto gli è cara!
Definiz: § II. Pure per Egli usato in modo pleonastico, per una certa proprietà di lingua e per maggiore efficacia; e si prepone, nel discorso, alla terza persona singolare del Presente e dell'Imperfetto del verbo Essere. –
Esempio: Cin. Rim. 92: E quando vita per morte s'acquista, Gli è gioioso il morire.
Esempio: Petr. Rim. 2, 251: O grandi Scipïoni, o fedel Bruto, Quanto v'aggrada, se gli è ancor venuto Romor laggiù del ben locato offizio!
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 16: A che Roano rispose, che gli era ben fatto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 67: Gli è ver (dicea) che s'uom si ritrovasse Tra voi così animoso, ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 27, 77: Gli è teco cortesia l'esser villano (Disse il Circasso pien d'ira e di isdegno); Ma più chiaro ti dico, ec.
Esempio: Tass. Lett. 1, 7: Gli è tanto il dolore ch'io sento, signora mia eccellentissima, che siccome ho confuso l'animo, così queste lettere saranno confuse dal mio non saper dire il bisogno mio.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 10: Gli è me' ch'io caschi Dalle finestre prima, che dal tetto.
Esempio: Mont. Iliad. 8, 568: Quanto a Giunon, m'è forza esser con ella Meno irato: gli è questo il suo costume Di sempre attraversarmi ogni disegno.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 6: Tutta questa gente che vien qua Per noialtre persone di servizio, Credimi, Bita, che gli è un gran supplizio.
Esempio: Lambr. Dial. Istr. 301: E quand'è che ella (la ragione) sgarra? Gli è primieramente quando, per troppo aguzzare lo sguardo, e incontentabilmente affisarlo, la facoltà visiva si spossa e si ottenebra; gli è quando, dinanzi all'impenetrabile dell'umana mente, noi ec.
Definiz: § III. E in modo basso è usato anche per Egli di numero plurale, cioè per Eglino. –
Esempio: Cellin. Vit. 88: Il quale (il Duca) mi commesse che io gli facessi un modello per tenere la reliquia del sangue di Cristo, che gli hanno.